Dal 29 agosto al 6 settembre, nel cuore di Brescia, il Centro Culturale Pier Giorgio Frassati si prepara a dare il via all’edizione 2024 de “Il Portico”, un appuntamento culturale che, negli anni, si è affermato come un’importante occasione di riflessione sulla condizione spirituale e sociale del nostro tempo.
Il titolo di quest’anno, “C’era la cattiveria anche al tempo dei romani, ma Gesù venne e fece il cristianesimo”, trae ispirazione dal testo Veronique di Charles Péguy e invita a un confronto profondo su una domanda di fondo: quale ruolo può avere oggi il cristianesimo in una società apparentemente smarrita? Péguy, attraverso il dialogo tra l’anima toccata dalla grazia e la potenza della storia, evidenzia un profondo senso di estraneità rispetto a una visione della storia come mero prodotto di forze oscure e corrotte. La storia, secondo Péguy, è stata salvata dall’avvento di Cristo, la cui incarnazione ha interrotto la deriva umana, riaprendo un sentiero verso Dio. Questo evento ha trasformato la condizione umana da vagabonda e orfana a quella di un’umanità ritrovata e redenta. Il cristianesimo, quindi, non è solo una risposta al male, ma è la via attraverso la quale la salvezza si è storicamente realizzata. Questa prospettiva storica, tuttavia, sembra essere oscurata dalla modernità, che ha tentato di sviluppare un mondo prospero senza Cristo. Il pensiero contemporaneo, secondo Péguy, ha infatti sradicato il cristianesimo dalla sua base storica e spirituale, negando l’importanza dell’incontro tra l’eterno e il temporale. La sfida lanciata da “Il Portico” 2024 è se sia possibile, nella nostra epoca, riaprire l’ipotesi del cristianesimo come risposta alla complessità e alla crisi morale che caratterizzano la società contemporanea. Un umanesimo immanentista, che cerca redenzione e salvezza nella tecnica e nel progresso, sembra convivere con paradossi inaccettabili: guerre, ingiustizie e violenze coesistono con un’umanità che pretende di trovare l’inclusione nelle ideologie, anziché nella comunione e la verità nelle opinioni. Il cristianesimo, vissuto nella sua autenticità, propone una via diversa, capace di elevare ogni forma di religiosità e spiritualità verso un bene armonizzato con l’umano. Come sottolineava Joseph Ratzinger, il cristianesimo offre la misura del vero umanesimo, una fede che non segue le onde delle mode, ma è radicata nell’amicizia con Cristo, capace di discernere tra vero e falso. Nel contesto di questa riflessione, “Il Portico” si propone di stimolare una critica costruttiva sul ruolo della spiritualità nella società contemporanea. La manifestazione punta a verificare se la fede cristiana possa ancora offrire risposte valide ai problemi odierni, sfidando l’idea che l’emancipazione dal cristianesimo sia una condizione per il progresso umano. La società moderna, afferma Péguy, non è solo un mondo di cattivo cristianesimo, ma è un mondo scristianizzato, un disastro in cui le miserie umane non sono più cristiane. Questo disastro si manifesta in una cultura che ha perso il contatto con le radici spirituali della propria esistenza, cercando di costruire una civiltà prospera senza il riferimento a Dio. “Il Portico 2024”, con la semplicità e lo slancio che caratterizzano le attività del “Centro Culturale Pier Giorgio Frassati”, offre un percorso di riscoperta della pretesa cristiana come via di salvezza per l’uomo. Non si tratta di rinchiudere l’umanità in un sistema di norme e morali rigide, ma di elevare l’esperienza umana, spirituale e intellettuale verso un bene comune, in armonia con la verità e la giustizia. Il cristianesimo autentico non cerca di accusare il mondo, ma di salvarlo, come fece Gesù nonostante la cattiveria dei suoi tempi. Oggi più che mai, in un mondo segnato da divisioni e sofferenze, “Il Portico” propone di riscoprire questa via di salvezza, rendendo il cristianesimo nuovamente presente, umanamente interessante e conveniente per l’uomo che non voglia rinunciare al compimento delle proprie attese e all’uso pieno della ragione. “Il Portico 2024” non è solo un evento per credenti, ma un invito aperto a tutti coloro che desiderano confrontarsi con le grandi domande del nostro tempo. Con un programma ricco di conferenze, testimonianze e momenti di riflessione, la manifestazione mira a coinvolgere un pubblico ampio e diversificato, dagli studenti agli accademici, dai professionisti alle famiglie, dai giovani agli operatori pastorali.
Gli eventi includono: il 29 agosto la conferenza dal titolo “C’era la cattiveria anche al tempo dei romani, ma Gesù venne e fece il cristianesimo” con Luciano Zanardini, direttore de “La Voce del Popolo” e don Andrea Dotti, presso il Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia. Si prosegue il 3 settembre con l’incontro “Non esistono ragazzi cattivi” alla presenza di don Claudio Burgio, fondatore dell’associazione Kayrós, sempre al Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia. Il 6 settembre è invece in calendario il Concerto-testimonianza della band Reale presso il Teatro Santa Giulia di Brescia (tutti gli incontri si terranno alle 20.45). In un’epoca in cui la confusione regna sovrana, “Il Portico 2024” si pone come un faro, illuminando la strada per una riscoperta della fede cristiana non come un retaggio del passato, ma come una risposta viva e attuale alle sfide della modernità.